... se lo trovi bello.
- Non ci ho mai pensato, cara mamma.... Lo trovo un bel giovane, sì; piacente come tanti altri....
Essa aveva detto tutto questo senza arrossire, con un'aria di tanta indifferenza da lasciare addolorata la mamma, che avrebbe desiderato in vece una tutt'altra risposta, magari una confessione di cose quasi gravi... tanto da aver bisogno dell'assoluzione materna.
Rimase parecchi minuti senza parlare. Era piena di stupore e amareggiata da un grande disinganno....
Dopo tutto quel silenzio, per quel giorno la conversazione terminò con un gran sospirone della mamma e con un:
- Quanto sarà felice la donna che diverrà la moglie dell'ingegnere Rinaldini!
Nè il sospirone nè le parole materne commossero il cuore di Emma.
Essa pensava che aveva in quel momento nel nido di rose una lettera di Enrico e che quella sera passando nel nido bianco, essa avrebbe goduto un'ora di ineffabile voluttà, leggendola a centellini, divorandola d'un fiato....
Il marchese di Acquafredda era l'altro innamorato di Emma.
Un uomo su cui nessuna lingua, fosse la più maledica di questo mondo, avrebbe potuto sfogare la sua malignità. Non era libertino, non era bevitore, non era giuocatore.
Ma nello stesso tempo nessuno avrebbe saputo dirne bene. Era l'uomo più incoloro, più inodoro, più insaporo, come diceva il mio Professore di storia naturale, parlando del diamante. Era buono, perchè non aveva mai rubato nè assassinato, perchè faceva delle opere di carità....
Del resto un vero zero umano. Erede di una gran fortuna, non l'aveva nè accresciuta nè diminuita d'una lira.
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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano 1894
pagine 127 |
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Rinaldini Emma Enrico Acquafredda Emma Professore
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