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      ... Pochi giorni prima della morte del mio povero babbo, mi ha offerto la sua mano l'ingegnere Rinaldini.
      - Davvero? E tu che cosa gli hai risposto?
      - Che per ora non voglio maritarmi.
      - Non ti piace?
      - Non ho mai pensato a lui....
      - Emma, sii sincera con me. Tu mi hai sempre confidato i pensieri più segreti del tuo cuore: confidami anche questo. Non avresti simpatia per il giovane Enrico, che vive di faccia a noi?...
      Emma arrossì fino ai capelli.
      - Tu lo ami, - riprese subito la mamma con impeto. - L'ho veduto affacciarsi tante volte alla sua finestra, e fuggiva via, quando si accorgeva che io lo guardava. Spero bene che tu non lo avrai incoraggiato in questo suo amore. Sarà un bravo giovane, non lo dubito, ma è ancora uno studente dell'Università....
      - Mamma, mamma mia, son troppo triste ancora per pensare al matrimonio. Se me lo permetti, lasciamo questo discorso. Lo riprenderemo fra qualche mese.
      Emma aveva pronunziato queste parole con uno strazio così profondo dell'anima e insieme con tanta risoluta energia, che la mamma, che era di carattere molto debole e debolissima colla sua figliuola, tacque e mutò discorso.
      Quando però la fanciulla si ritirò nella sua cameretta, si sentì come travolta da un turbine, come trascinata in una ridda infernale, in cui tutto girava intorno a lei e si sentiva come costretta a girare anche lei.
      In quel vortice essa vedeva turbinarle intorno ora Enrico, ora il Marchese, ora il Rinaldini, che allungavano le braccia verso di lei, come se volessero rapirla.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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