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      La gelosia d'amore piange e implora, si umilia e prega.
      La gelosia d'amor proprio schiamazza e maledice; percuote e uccide.
      Gli assassini delle donne infedeli son quasi sempre assolti dalla vox asinorum del giurì; perchè ogni giurato si sente offeso e minacciato dall'amante fortunato; ma io li condannerei, se avessi la sventura di esser giurato.
      Li condannerei, perchè in essi non vedo che il grido e il morso della belva umana, e perchè dopo tutto sono omicidi; e nessuno al mondo ha il diritto di uccidere un altr'uomo.
      Deploro e compatisco il marito, che uccide l'amante fortunato; maledico e condanno quello che ammazza la moglie o l'amante, che si lorda le mani del sangue di una donna, con cui ha diviso i baci e le carezze d'amore; che è forse la madre dei suoi figliuoli.
      Uccidere una donna è la più brutale delle viltà, la più animalesca delle violenze, e applaudo quelli, che dopo il delitto uccidono sè stessi. Ammazzano, ma si infliggono la pena della loro brutalità. La terra non può sopportarli, la società umana e civile non può contarli fra i suoi.
      Raca ad essi! Mille e mille volte maledetti gli assassini delle donne.
      E maledetti con essi i giurati e i giudici, che li assolvono, calpestando la più giusta delle giustizie!
     
      L'uomo geloso per temperamento, lo è così fatalmente, così necessariamente, che non può nascondere in nessun modo la propria debolezza, che non vorrei chiamare passione; perchè se di questa ha le violenze e gl'impeti irragionevoli, non ne ha però nè i simpatici ardori, nè gli scatti generosi.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127