Ma perchè mai, figliuola mia, tormento me stesso descrivendo un marito, che tu non avrai giammai?
Se però tu avrai un santo orrore per tutti gli uomini stupidi, devi imparare a conoscere gli imbecilli incompresi. È una specie pur troppo non rara e che inganna anche i buoni osservatori.
L'imbecille incompreso ha tutto l'aspetto esteriore dell'uomo normale e può perfino simulare un forte ingegno.
È stupido di dentro, ma porta una vernice, che finge l'ingegno. È nato senza talento, ma con molta furberia, e questa gli ha insegnato per tempo a nascondere ciò che gli manca.
Egli tace molto e volentieri, e tanto più, quando si parla di cose alte, di questioni gravi, nelle quali appunto l'ingegno vero scatta e scintilla.
In queste occasioni l'idiota incompreso corruga la fronte e si fa serio, molto serio e ti accompagna nel tuo discorso con un accennar del capo, come se seguisse con viva curiosità il tuo pensiero.
Quando tu esci con un'affermazione ardita o con una domanda prorompente, egli allora getta nel tuo discorso un energico punto ammirativo, quasi sempre accompagnato da un sorriso malizioso, che sembra covare in sè chi sa quanti pensieri; quante finezze di critico, quante astruserie di dubbii e di sottintesi.
Quando gli pare che i muscoli della faccia non bastano, egli lancia nello spazio un pur troppo o un lo credo io o un sempre così o un già si sa! e tante altre frasi sempre accompagnate dal rispettivo punto d'esclamazione e dal relativo sorriso.
Il dizionario dell'imbecille incompreso rassomiglia in tutto al guardarobe di un artista drammatico.
| |
L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano 1894
pagine 127 |
|
|
|