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      Dio volesse che tu sposassi un'industriale!
      Ma nel nostro paese ne abbiamo tanto pochi, che sarà assai difficile che tu lo trovi, e che sia degno di te e a modo mio.
      L'industriale deve essere un alleato dei suoi operai, non un parassita del lavoro altrui: deve essere il loro amico, non il loro tiranno.
      Ogni giorno, ogni ora del giorno deve ricordarsi, che il gran problema dell'associazione del capitale e del lavoro non è punto risolto, e che sono gli industriali i primi, che devono concorrere alla sua soluzione equa e pronta.
      E tu, cara figliuola mia, se avrai per marito un industriale, devi persuaderlo ch'egli deve essere socialista, se non vuole vivere di rapina e andar incontro ai pericoli di una rivoluzione sociale.
      Non aspettino i capi delle officine, che i parlamenti risolvano il problema sociale. Lo risolvano essi pei primi.
      Applichino la mezzadria al lavoro delle loro fabbriche, come già in Toscana e in altri paesi fu sapientemente e umanamente applicata a quell'altra industria, che è l'agricoltura!
     
     
     
      IL MARITO PROPRIETARIO.
     
      È un buon marito, se non si accontenta di possedere, ma si occupa egli stesso delle sue terre e le coltiva e le ama e si studia di portare un po' di luce di scienza nelle tenebre profonde dell'empirismo contadinesco.
      Se invece il proprietario non visita mai i suoi poderi, se l'affitta e si accontenta di goderne le rendite negli ozii cittadini, egli cade nella categoria dei mariti fannulloni e non può dire di certo di esercitare alcuna professione.
      Accompagna, sempre che puoi, il tuo proprietario nelle sue terre, e persuadilo ad andarvi spesso, spessissimo.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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