Pagina (56/147)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Una cameriera di mia zia, che era pure una buona donna, mi fece piangere una volta, un giorno intero. Mio padre mi aveva proibito di recarmi alla sera nel parco di casa, dicendo che il fresco della notte mi avrebbe fatto male: ma una sera la luna splendeva bellissima dietro i pini del ruscelletto e io pregai la mia Mary di accompagnarmi nel parco. Sapeva di disubbidire a mio padre, ma voleva che Mary si facesse mia alleata e mi aiutasse a commettere quel peccato. Mary esitò alquanto, e poi, coprendomi con un caldo mantello, mi disse: - Andiamo, andiamo, Emma, alla fine godi della vita che ti resta; anche le tue sorelle ed i tuoi fratelli hanno usato di tutte queste precauzioni, eppure sono morti; vieni, andiamo, andiam nel parco.
      Io mi diedi a piangere e non volli andare a vedere la luna sotto i pini del ruscello, e, singhiozzando forte dissi a Mary ch'io voleva ubbidire a mio padre, e che non volevo morire. Piansi tutta quella notte e tutto il giorno appresso.
      Così, mio William, passò l'infanzia della tua Emma; così vissi l'adolescenza, e quando mi sentii donna, nell'età in cui alle altre giovinette s'apre un mondo di paradiso, tutto poesia e tutto speranza, io era già abituata a non vivere che nel pianto, e vedendo la mia famiglia così infelice e senza colpa d'alcuno, più d'una volta mi domandava perché Dio fosse stato così ingiusto verso di noi; perché mai noi soli dovessimo essere consacrati a vivere in un cimitero che aveva sempre aperta una fossa per noi.
      La povera zia Anna era una buona donna e tu la conosci, mio William, una buonissima donna che aveva fatto da infermiera a mia madre e agli undici miei fratelli; ma ella non mi confortava mai con lunghi e cari discorsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





Mary Mary Emma Mary William Emma Dio Anna William