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      - o quando, rizzandoti improvvisamente, esclamavi:
      - William, il nostro amore sarebbe troppo bassa cosa, se il dovere non lo sapesse vincere!
      E tu sei venuta qui a Londra a consultare l'ombra di tuo padre e per bocca del vecchio dottor Thom, ti ha risposto che se la Emma fragile e tossicolosa d'una volta avesse a divenire una donna forte e robusta, questa potrebbe senza recar dolore ad anima viva dar la mano di sposa a William. Tuo padre, ti ha detto il dottor Thom, ti benedirebbe due volte se potesse saperti felice e fedele allo spirito della sua parola.
      Guai se l'uomo non avesse le dighe del dovere, se non avesse ad appoggiare la sua fede, la sua convinzione, la sua vita sopra la pietra angolare di principii che non si discutono! Guai a noi se l'uomo dovesse a volta a volta portare sulle bilancie le passioni, la ragione, i giuramenti eterni e le transazioni di coscienza per decidersi sul da farsi!
      Sarebbe lo stesso che perdere la propria dignità e vivere tutta la vita nell'altalena nauseosa del mal di mare. Tu me l'hai detto cento volte, Emma, e tu mi hai convinto. L'uomo deve piegare il capo dinanzi al dovere; ma quando la nostra fragile natura sta per infrangersi contro quella colonna che non crolla, gettatavi dall'onda burrascosa della vita, allora è permesso domandare soccorso; e mai alcuno ebbe il coraggio di chiamare vile il naufrago che domanda un aiuto. E noi abbiamo chiesto una tavola di salvezza al dottor Thom, e ce la porse e ci ha fatto felici; perché in un cielo, dove da lungo tempo non si vedeva che il nero dell'uragano, ci ha squarciato le nubi e ci ha mostrato un lembo azzurro di cielo.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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