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      Noi abbiamo nel nostro portafogli e nelle nostre farmacie dei mezzi cento volte più potenti della tiepida brezza del Mediterraneo o dell'Oceano. Bella sapienza davvero! E voi, suppongo, non sapete una sillaba di medicina, ma potete ridere alla barba di questi medici atmosferici, climaterici (chiamateli come volete), senza saper di medicina; perché fra questi climi che consigliano ai tisici, ve n'ha di secchi e ve n'ha di umidi; vi son paesi altissimi ed altri sulla costa del mare; vi son climi caldi e freddi! Dio buono! Quanta ignoranza, quanto ciarlatanismo!...
      - Io, vedete, con una stufa e un termometro vi faccio nella vostra camera tutti i climi del mondo, e con un po' di carbon fossile e dell'acqua vi fabbrico Nizza e Madera in Oxford-Street o in Piccadilly senza che abbiate bisogno di escire di casa vostra, senza bisogno di lasciare i vostri tappeti, i vostri fiori, il vostro canarino. Ma dovete avere poi un pochino di pazienza; insieme ai tappeti e ai fiori e al canto del vostro uccellino metto anche le mignatte e i vescicanti e i cauterii e la pomata dell'Autenrieth e l'olio di merluzzo, oh, sì, io vi tratto crudelmente, ma con una crudeltà pietosa; tormenti alla pelle, medicine ripugnanti al ventricolo; io vi curo colla fame e col dolore... colla prigionia e colla paura...
      E il dottor B. pareva esaltarsi nella sua feroce eloquenza, ma il suo accento era così pieno di fede, che io mi sentiva costretta ad ascoltarlo. Egli godeva assai nel passare in rassegna le armi tremende delle quali egli disponeva, e si agitava nel suo seggiolone, e sogghignava, e faceva tremare e muovere ogni cosa intorno a sé; e mi pareva, in una volta sola, un mastodonte e un carnefice.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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