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      » e senz'altro ne uscì cattolico.
      Questo episodio non crediamo possa essere così facilmente accolto. Anzitutto Manzoni non era mai stato ateo, come abbiamo dimostrato; poi dalla pura credenza in Dio, quale avrebbe invocata, alla fede in tutto l'edificio cattolico, vi è di mezzo un tale abisso che nessun ragionamento vale a colmare. Inoltre una risoluzione subitanea era contraria alla natura manzoniana, nella quale predominava la meditazione, e i suoi biografi lo sanno meglio di noi; ma pare che credessero di innalzare sopra un piedestallo la statua del poeta col rinnovare per lui il miracolo della via di Damasco, avvenuto all'apostolo delle genti. Invece della gran luce che gettò a terra il protervo Saulle, e gli fece confessare il vero Dio, si è ricorso per Manzoni al suono dell'organo: che miglior fantasia avevano gli antichi!
      Ma sia questa conversione avvenuta in quel modo che vuolsi, Manzoni nel 1810 era cattolico, e, quel che gli merita il rispetto di tutti, cattolico sincero. Noi stiamo con Foscolo, che sì sdegnava contro coloro che beffavano il nostro poeta per le nuove religiose credenze e, «chiamava quei beffatori i fanatici della filosofia, vantandosi esso di sprezzare non i credenti, ma i soli ipocriti(4).»
      Inoltre è necessario distinguere fra cattolicismo e cattolicismo. Vi è quello degli affaristi, quello dei papi e quello degli uomini onesti e sinceri come Manzoni.
      Vi sono gli affaristi anche in religione, i quali adottano il cattolicismo per il solo motivo che loro conviene; e conviene a tutti quelli che non hanno fede negli uomini, perchè, per effetto d'una contraddizione, suppongono che la religione, co' suoi castighi, impedisca dal commettere quegli atti che il codice non può punire; conviene al padroni, che vogliono tener schiavi i contadini o i lavoranti; conviene ai mariti, che, per la loro condotta da scapoli, han perduto l'abitudine di credere nella virtù, e stimano che la religione impedisca alle mogli di essere infedeli; a tutti quelli insomma i quali ritengono che la religione riempia i vuoti del codice penale, che la chiesa col confessionale sia un eccellente ufficio di questura morale, e il prete un gendarme della loro proprietà e del loro amore.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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