Era l'applicazione del precetto di Pindemonte
Antica l'arteOnde vibri il tuo stral, ma non antico
Sia l'oggetto in cui miri; e al suo poeta,
Non a quel di Cassandra, Ilo ed Elettra,
Dall'Alpi al mare farà plauso Italia.
Quindi personifica la pace, la libertà, l'amor patrio, il fanatismo; quindi il farsi trasportare, come Dante, nell'Eliso; il chiamare a raccolta, come Petrarca nei Trionfi, le ombre illustri; il credere che siano solo degne di poesia le forme usate già dagli antichi e respingere quella dizione naturale e semplice che chiama cose ed affetti coi loro nomi, e che doveva rifulgere in tutta la sua schietta e fresca bellezza nei Promessi Sposi.
Nel Trionfo della Libertà si conosce di quali cibi il poeta avesse fatto il suo vital nutrimento: Virgilio ed Orazio fra i latini; Parini e Monti fra i moderni: era insomma il fior fiore di tre età. Talora l'imitazione è evidente, segno che la lettura non era ancora digerita, il cibo non ancora assimilato nel sangue e nella carne; ma pure non è classico nello spirito. Chiama barbaro, è vero, il generale Dessaix, perchè non nato in Italia; invoca le muse a reggere il suo verso; ma il suo non è già più il paganesimo artificiale dei Frugoniani, quel fidecommisso dei poetucoli, magri di invenzione; ma quello di Monti, il quale, prima che s'incocciasse a difendere per puntiglio gli dei della mitologia, scriveva che «ad esempio dei buoni artisti, che studiano le sculture dei Greci per fare a maraviglia dei Cristi, delle Maddalene, dei Papi, io pure ho fatto il mio studio nelle vecchie fole di Virgilio e di Omero, onde ben intessere su quella norma il mio Basville.
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