Prestare omaggio e le fornir la dote.(64)
E nel roman bordello prostituta,
Vile, superba, sozza e scellerata,
Al maggior offerente era venduta.
Ivi un postribol fece, ove sfacciataFacea di sè mercato, ed a' suoi Proci
Dispensava ora un detto, ora un'occhiata.
Ma poichè ferma in trono fu, ferociSensi vestì, l'armi si cinse e infece(65)
D'innocuo sangue le mal compre croci.
E sue ministre ira e vendetta fece,
L'inganno, la viltà, la scelleranza,
E fe' sua legge: Quel che giova lece.(66)
Quindi la maledetta intolleranzaDel detto e del pensier; quindi Sofia
Stretta in catene, e in trono l'Ignoranza.(67)
O ditel voi, che di saver sì riaMercede aveste di sospiri e pianto
Da l'empia dell'ingegno tirannia!
O ditel voi, ch'io già non son da tanto;
Gridino l'ossa inonorate, e il suonoA l'Indo ne pervenga e al Garamanto.
Questi i diletti de l'Eterno sono?
Questi i ministri del divin volere?
E questi è un Dio di pace e di perdono?
Dillo, o gran Tosco, tu che de le spere(68)
Librasti il moto, e a' tuoi nepoti un varcoDi veritate apristi e di sapere:
Contra te i dardi dal diabolic'arcoSfrenò l'invidia, e contra i tuoi sistemi
Indarno trasse in campo e Luca e Marco
Empj! che di ragione i divi semiSpegner tentaro negli umani petti,
E colpirono il ver con gli anatemi.
Van predicando un Nume, e a' suoi precettiFan fronte apertamente, e a chi gl'imita
Fulminan le censure e gl'interdetti.
Povera, disprezzata, umil la vitaQuel che tu adori in Galilea menava,
E tu suo servo in Roma un sibarita.
O greggia stolta, temeraria e prava,
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