(109)
E i tuoi figli? i tuoi figli abbietti e ligiStrisciangli intorno in atto umile e chino.
E tal di risse amante e di litigi
D'invido morso addenta il suo vicino,
Contra il nemico, timido e vigliacco,
Ma coraggioso incontro al cittadino.
Tal no' vizj s'avvolge, come Ciacco(110)
Nel lordo loto fa; soldato espertoNe' conflitti di Venere e di Bacco.
E tal di mirto al vergognoso sertoIl lauro sanguinoso aggiunger vuole,
Ricco d'audacia e povero di mirto.
Tal pasce il volgo di sonanti fole:
Vile! e di patrio amor par tutto accenso,
E liberal non è che di parole.(111)
E questi studio d'allargare il censoAvito rode, e quel tal altro brama
Di farsi ricco di tesoro immenso.
Senti costui, che, morte morte esclama,
E le vie scorre, furibonda Erinni,
Di sangue ingordo, e dove può si sfama.
Vedi quei che sua gloria nei concinniCapei ripone. Oh generosi spirti
Degni del giogo estranio e de' cachinni!
Odimi, Insubria. I dormigliosi spirtiRisveglia alfine, e da l'olente chioma
Getta sdegnosa gli acidalj mirti.
Ve' come t'hanno sottomessa o doma,
Prima il tedesco e roman giogo, e poiLa Tirannia, che Libertà si noma.
Mira le membra illividite, e i tuoiAntichi lacci; l'armi, l'armi appresta,
Sorgi, ed emula in campo i franchi eroi.
E a l'elmo antico la dimessa crestaRimetti, e accendi i neghittosi cori,
E stringi l'asta ai regnator funesta;
Come destrier, che fra l'erbette e i fioriPlacido, in diuturno ozio recuba
Sol meditando vergognosi amori,
Scote nitrendo la nitente giuba,
Se il torpido a ferirlo orecchio giugneCupo clangor di bellicosa tuba.
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Ciacco Venere Bacco Erinni Insubria Tirannia Libertà
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