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      (61) Il poeta allude, a Costantino che, fatto imperatore, la Galilea dimessa donna, cioè la religione cristiana, trasse dall'oscurità in cui giaceva, per vestirla colle fulgide vesti del paganesimo. Il giovinetto ancora inesperto nella storia, divide l'opinione di Dante che Costantino avesse donato Roma a papa Silvestro, ed evidentemente questi versi sono inspirati dai famosi «Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,» ecc. La stessa opinione aveva pure Petrarca, che attribuiva la reità della Corte romana alle donazioni fattele da Costantino, come si legge nel sonetto
      «Fontana di dolore, albergo d'ira.»
      (62) Nota del poeta. - E maritolla a' suoi nefandi drudi. Io protesto che qui e dovunque parlo degli abusi. Diffatti ognun vede che qui non si toccan principj di sorta alcuna. Altronde il Vangelo stima la mansuetudine, il dispregio delle ricchezze e del comando: e qui si attacca la crudeltà, l'avidità delle ricchezze e del comando; cose tutte che diametralmente s'oppongono a questi principj ai quali per conseguenza diametralmente si opposero e s'oppongono coloro che qui sono descritti. Quindi coloro, che vedendosi punti, o a cui vantaggiosi essendo questi abusi, volessero al volgo e alle persone dabbene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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