Valoroso in guerra, pietoso nella vittoria, aveva in Africa meritato dai vinti Mammalucchi il soprannome di Sultano giusto: e in Europa i suoi soldati volentieri lo paragonavano ad Epaminonda.
(72) Questo episodio ha sapore dantesco: si sente suonare nel verso l'onda del fiorentino poeta quando nell' inferno Cavalcanti chiede del figlio e Farinata si cruccia per la patria, o quando nel purgatorio l'abbraccio di Sordello con Virgilio suscita la sublime invettiva contro le discordie dei cittadini d'Italia.
(73) Barbaro pondo. Il giovinetto classico fa dire a Dessaix ch'egli era barbaro nel senso di straniero, perchè per i Romani, come prima per i Greci, tutti gli stranieri erano barbari, quasichè in essi soli risiedesse la coltura. Vedi quanto abbiamo scritto nel capo terzo.
(74) Bilustre pianto: dal sangue di Dessaix sparso a Marengo, germogliò l'alloro, emblema della vittoria, e l'olivo, emblema di quella pace che seguì alla battaglia, pace la quale asciugò le lagrime dell'insubria, dopo le tante ed aspre guerre. Veramente la parola bilustre è inesatta, perchè la guerra in Lombardia era stata portata solo nel 1796.
(75) La salma di Dessaix era stata trasportata a Milano ed imbalsamata nel convento di Sant'Angelo, ma venne poi per ordine di Bonaparte, come abbiamo detto più addietro, trasferita in Francia.
(76) Costei, che vien paragonata a Medea, era Carolina Borbone, regina di Napoli, figlia di Maria Teresa, sorella quindi a Maria Antonietta di Francia. Donna, ebbe sciagurata fama fra le impudiche, regina tra le crudeli; e abbastanza ne dice Manzoni stesso nel seguito del canto.
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