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      (77) Chi sia quest'ombra non puossi con certezza definire, e forse lo stesso poeta non volle darle un nome, affinchè più vivo si destasse nel lettore il sentimento d'orrore nel pensare alle tante vittime, tutte onorande e degne di pietà, che fece Carolina di Napoli. Però nella nota a pag. 79 arrischiamo una supposizione.
      Come è noto, la repubblica Partenopea fu spenta con nefande carnificine. La regina Carolina, rifuggitasi in Sicilia insieme al marito ed alla corte all'avvicinarsi dei Francesi, aveva gettato sulla terraferma il cardinal Ruffo a raccogliere satelliti della monarchia e quanti erano bramosi di stragi e di rapine, per rovesciare la repubblica. La difesa di questa era accentrata in Gabriele Manthoné che avea raccolto il fiore dei cittadini; ma Ruffo, spargendo calunnie contro i repubblicani che dipingeva quai forsennati miscredenti, aveva levato gran numero di soldati, progenitori degli odierni briganti che han combattuto per Francesco II, e alle raccogliticce bande erano duci Michele Pezza, conosciuto sotto il nome di Fra Diavolo, Mammone mugnajo, sitibondo di sangue umano, Pronio e Rodio; e a tutti il re Ferdinando dava il titolo di generali e di amici. Quanto si assomiglia la storia! Mutano i nomi, ma rimangono le passioni. Il direttorio di Parigi aveva richiamato Mac Donald coi suoi soldati per sostenere la causa francese nell'Italia superiore, ed i Napoletani, abbandonati a sè stessi, videro in breve le disordinate schiere brigantesche cingere le mura della stessa capitale.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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