Pagina (58/132)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma non ce n'è bisogno; perché, quand'anche fossero state adempite tutte a un puntino, c'era in questo caso una circostanza che rendeva l'accusa radicalmente e insanabilmente nulla: l'essere stata fatta in conseguenza d'una promessa d'impunità. "A chi rivela per la speranza dell'impunità, o concessa dalla legge, o promessa dal giudice, non si crede nulla contro i nominati", dice il Farinacci(54) . E il Bossi: "si può opporre al testimonio che quel che ha detto, l'abbia detto per essergli stata promessa l'impunità... mentre un testimonio deve parlar sinceramente, e non per la speranza d'un vantaggio... E questo vale anche ne' casi in cui, per altre ragioni, si può fare eccezione alla regola che esclude il complice dall'attestare... perché colui che attesta per una promessa d'impunità, si chiama corrotto, e non gli si crede(55) ". Ed era dottrina non contradetta.
     
      Mentre si preparavano a visitare ogni cosa, il Mora disse all'auditore: Oh V.S. veda! so che è venuta per quell'unguento; V.S. lo veda là; et aponto quel vasettino l'haueuo apparecchiato per darlo al Commissario, ma non è venuto a pigliarlo; io, gratia a Dio, non ho fallato. V.S. veda per tutto; io non ho fallato: può sparagnare di farmi tener legato. Credeva l'infelice, che il suo reato fosse d'aver composto e spacciato quello specifico, senza licenza.
     
      Frugan per tutto; ripassan vasi, vasetti, ampolle, alberelli, barattoli. (I barbieri, a quel tempo, esercitavan la bassa chirurgia; e di lì a fare anche un po' il medico, e un po' lo speziale, non c'era che un passo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della colonna infame
di Alessandro Manzoni
pagine 132

   





Farinacci Bossi Mora Commissario Dio