Che se nel secolo susseguente tutto si alterò, almeno almeno la corruttela non era straniera, era un lusso un abuso delle ricchezze patrie, una sazietà del bello o almeno non si leggevano ancora libri francesi, perché la Francia non aveva ancora quegli insigni scrittori che per disgrazia delle lettere ebbe dappoi.
Non volendo adunque mostrare il manoscritto originale, ha l'editore pensato un altro mezzo per convincere i lettori della realtà di questa storia. I dubbj su di essa non possono nascere da altro che dal non trovare verità nel costume, nei fatti, e nei caratteri del tempo rappresentato: poiché se si venisse a concedere che questa verità si trova, allora il dire che la storia è inventata potrebbe quasi quasi parere più che un biasimo una lode, dal che bisogna guardarsi ben bene. Ora per certificare i più increduli che i costumi sono veramente quelli del tempo, l'editore propone loro di fare ciò ch'egli stesso ha fatto per giungere a questo convincimento. A dir vero molte gli parevano tanto strane, ch'egli non sapeva risolversi a crederle realmente avvenute, perloché si pose a frugare molto nei libri e nelle memorie d'ogni genere che possono dare una idea del costume e della storia pubblica e privata del Milanese nella prima metà del secolo decimosettimo. Tutte le sue ricerche lo condussero a risultati talmente somiglianti a ciò che egli aveva veduto nel manoscritto che non gli rimase più dubbio della veracità della storia che vi si contiene. Per comodo di chi volesse rifare queste ricerche egli pone qui una scelta delle letture opportune a mettere chicchessia in caso di giudicare da sé questo fatto.
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Francia Milanese
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