», rispose il bravo con un riso tra lo sguajato e il feroce. «Ella troverà un mezzo, Signor curato, e sopratutto non si lasci uscire una parola di questo avviso che le abbiamo dato per suo bene, perché altrimenti sarebbe per lei come se avesse fatto quel tal matrimonio. Buona notte Signor Curato». Così dicendo, si svilupparono dal curato, il quale pochi momenti prima avrebbe dato qualche gran cosa per isfuggirli, e allora avrebbe voluto prolungare la conversazione, e avviandosi dalla parte donde egli era venuto, presero la strada, cantando una canzonaccia che non voglio trascrivere. Il povero Curato pigliò delle due strade quella che andava a casa sua, mettendo innanzi a stento una gamba dopo l'altra, che gli parevano ingranchite, e con animo che il lettore comprenderà meglio dopo d'avere appreso qualche cosa di più dell'indole di questo personaggio, e della condizione dei tempi in cui gli era toccato di vivere.
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L'impunità era organizzata, e aveva molte altre cause di simil genere, e la trepidazione nell'eseguire le gride nata da queste cause, e la sicurezza già antica nei trasgressori educati a soperchiare. Ora questa impunità minacciata ed insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva ad ogni minaccia e ad ogni insulto fare nuovi sforzi per conservarsi, aumentare la sua forza, resistere, atterrire, tenersi unita, e così faceva difatti. Quindi la grida al suo nascere trovava molta gente che aveva già prese le disposizioni necessarie per continuare a fare ciò ch'ella veniva a proibire.
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Signor Curato Curato
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