- Dio mi ajuterà - disse, e deposto ogni pensiero di pigliar l'archibugio, continuò la sua strada per andare ad informare Lucia e la madre del tristo stato delle cose. In mezzo alla ripugnanza che sentiva a dovere dare una tal novella alla sua sposa, egli ardeva di parlargliene per togliersi un fiero sospetto dal cuore. La prepotenza di don Rodrigo non poteva venire da altro, che da una sua brutale passione per Lucia. E Lucia ne era ella informata? Così arrovellato giunse nel cortiletto della casa, e sentì un gridio nella stanza superiore dov'era Lucia e s'immaginò che sarebbero amiche e comari, e non si volle mostrare. Una fanciulletta che si trovava nel cortile gli corse incontro gridando: «lo sposo, lo sposo!» «Zitto, zitto», disse Fermo, «sali da Lucia, pigliala in disparte e dille all'orecchio, ma all'orecchio ve', che ho da parlarle, e che l'aspetto nella stanza terrena, e non lo dire a nessun altro».
La fanciulletta salì subito le scale, lieta di avere una incombenza segreta da eseguire.
Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche se la rubavano, e le facevano forza perché si lasciasse vedere, ma ella si schermiva con quella modestia un po' guerriera delle foresi, chinando la faccia sul busto e facendole scudo col gomito. Aveva i neri capegli spartiti sulla fronte con una dirizzatura ben distinta, e ravvolti col resto delle chiome dietro il capo in una treccia tonda e raggomitolata a foggia di tanti cerchi, e trapunta da grossi spilli d'argento che s'aggiravano intorno alla testa in guisa d'una diadema, come ancora usano le donne del contado milanese.
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