Al collo una collana di molte fila, di granate alternate con bottoni d'oro a filigrana. Un bel busto di broccato a fiori, le maniche corte fino al gomito dello stesso colore, allacciate sopra le spalle con nastri di seta, e terminate da due gran manichetti, una gonnella corta di filaticcio di seta terminata all'allacciatura con fitte e spesse pieghe, due calze vermiglie, e due pianelle coperte di seta e ricamate sul piede. Oltre questo che era l'ornamento particolare di quel giorno, Lucia aveva quello quotidiano di una modesta bellezza, la quale era allora accresciuta e per dir così abbellita dalle varie affezioni dell'animo suo in quel giorno. Poiché appariva nei suoi tratti una gioja non senza un leggier turbamento, un misto d'impazienza, e di timore e quella specie di accoramento tranquillo che ad ora ad ora si mostra sul volto delle spose, e che temperato dalle emozioni gioconde e liete non turba la bellezza, ma l'accresce, e le dà un carattere particolare. La picciola Santina entrò nella stanza, non fece vista di nulla, aspettò un momento in cui Lucia si era staccata dalle donne, le disse la sua parolina all'orecchio, e se ne andò, per timore di non lasciarsi scorgere di quello che aveva fatto. Lucia disse, «torno», e scese in fretta in fretta. La faccia stravolta e il portamento agitato di Fermo la spaventò. «Che c'è di nuovo?» gli chiese ansiosamente. «Lucia», disse Fermo, con una voce nella quale più non si distingueva che la tristezza, «Lucia per oggi è finita, e Dio sa quando saremo marito e moglie». «Perché perché?» chiese ancor più spaventata Lucia.
| |
Lucia Santina Lucia Fermo Fermo Dio Lucia
|