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      «Il Signor curato è ammalato, e bisogna differire», rispose in fretta Agnese, e per cangiare di discorso richiese come andasse la cerca.
      «Poco bene, buona donna, poco bene. Vedete tutto quello che ho. Son tutte qui», e così dicendo si tolse la bisaccia dalle spalle e la fece saltare agli occhi di Agnese; «son tutte qui, e per raccogliere questo ho mendicato in dieci case». «Mah! l'anno è scarso, fra Canziano, e i poverelli mancano di pane, quando il pane è caro tutto si misura più per sottile».
      «Perché l'anno è scarso, buona donna? pei nostri peccati; e per far tornare l'abbondanza che rimedio c'è? l'elemosina. Eh! quando io era cercatore in Romagna, la limosina delle noci era tanto abbondante, che bisognò che un benefattore ci facesse la carità d'un asino, perché il cercatore non poteva durare. E si faceva tant'olio al convento che i poveri venivano a prendere ogni volta che ne avevano bisogno. Ma in quel paese avevano più carità perché avevano avuta una grande scuola. Sapete di quel miracolo?» «No in verità: contate contate». «Oh! dovete dunque sapere che molti anni prima ch'io andassi in quel convento v'era stato un padre che era un santo; il padre Agapito. Un giorno d'inverno ch'egli passava per un viottolo in un campo d'un nostro benefattore, uomo dabbene anch'egli, dunque il padre Agapito vide il benefattore vicino ad un gran noce, e quattro contadini colle scuri al piede per gettarlo a terra; e avevano già fatta una fossa intorno per iscoprire le radici. - Che fate a quella povera pianta? disse il nostro religioso.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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