Non vi era nulla di troppo basso né di troppo elevato per un Cappuccino: servire gl'infimi, ed esser servito dai potenti; entrare nei palazzi e nei tugurii colla stessa aria mista di umiltà, e di padronanza; essere nella stessa casa un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, cercare la limosina da per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un Cappuccino, faceva tutto a un dipresso colla stessa naturalezza, e non si stupiva di nulla. Uscendo dal suo convento per qualche affare, non era impossibile che prima di tornarsene si abbattesse o in un principe che gli baciasse umilmente la punta del cordone, o in una mano di ragazzacci che fingendo di essere alle mani fra di loro gli bruttassero la barba di fango. La parola frate in quei tempi era proferita colla più gran venerazione, e col più profondo disprezzo; era un elogio e un'ingiuria: i cappuccini forse più di tutti gli altri riunivano questi due estremi perché senza ricchezze, facendo più aperta professione di umiliazioni, si esponevano più facilmente al vilipendio, e alla venerazione che possono venire da questa condotta. La considerazione poi data generalmente al loro ordine li poneva nel caso sovente di giovare e di nuocere ai privati, di essere grandi ajuti e grandi ostacoli, e quindi anche la varietà del sentimento che si aveva per essi, e delle opinioni sul conto loro. Varj pure e moltiformi erano e dovevano essere i motivi che conducevano gli uomini ad arruolarsi in un esercito così fatto.
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Cappuccino Cappuccino
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