.. Non se ne parli più... Padre si alzi per amor del cielo»; e presolo per le braccia lo sollevò...
Fra Cristoforo alzato quasi a forza, e tenendosi pur chino rispose: «Se quegli che io non oso nominare ha fallato, ha avuto pur troppo un severo castigo, e spero che Dio misericordioso si sarà contentato di questo, e gli avrà dato il suo perdono; ma io son qui, e non ho altro motivo per pretenderlo da lei che la sua bontà, e i meriti del signore».
«Perdono!» disse il signore: «ma padre Ella non ha bisogno... pure giacché lo vuole: certo, certo io le perdono di cuore, in nome anche di tutti», e qui si guardò intorno, e gli astanti: «sì sì» gridarono ad una voce «tutti tutti». Allora il signore mosso dall'aspetto del frate, e dal sentimento di tutti gli astanti, gettò le braccia al collo di Cristoforo, il quale stringendolo più basso ricevette da lui e gli rendette il bacio di pace.
Tutti allora furono intorno a Fra Cristoforo, e la conversazione divenne generale. Il signore che aveva voluto in questa occasione far pompa di tutto, aveva fatto preparare un rinfresco sontuoso, e fatto cenno ad un cameriere, si riavvicinò a Fra Cristoforo il quale stava in atto di accomiatarsi, e gli disse: «Padre mi dia una prova di amicizia col gradire una picciola refezione, e fare un po' di festa con noi». Intanto giunsero i rinfreschi. Il signore volle servire pel primo il buon novizio: il quale scusandosi con umiltà cordiale: «Queste cose» disse «non sono più per me; ma tolga il cielo ch'io rifiuti i suoi doni: io sto per pormi in viaggio, si degni di farmi portare un pane, perché io possa dire di aver goduta la sua carità, di aver mangiato il suo pane, di aver questo segno del suo perdono».
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