Impiccarli, impiccarli! sono i peggiori: tutte invenzioni per nascondere gli accapparramenti».
«Hanno detto che non vogliono vendere finché un terzo degli abitanti non sia morto di fame e il frumento non costi cento lire al moggio. Oh scellerati! impiccarli!»
«Il grano c'è: questo è un fatto innegabile: dunque bisogna farlo saltar fuori: e il mezzo è pronto: impiccare quelli che lo nascondono».
«Dov'è tutto il male? nella carezza del pane: e chi lo vende caro? i fornaj: e per farli mutar vezzo, impiccarne uno o due».
«Eh ci vuol altro che uno o due: sono tutti birbanti, col pelo sul cuore. Impiccarli, impiccarli!» Chi ha mai intesa e goduta l'armonia che fa in una fiera di campagna, una troppa di cantambanchi, quando prima di spiegare i suoi talenti dinanzi al rispettabile pubblico, ognuno accorda il suo stromento, facendolo stridere più forte che può affine di poterlo sentire in mezzo al romore degli altri, che procura di non ascoltare, s'immagini che tale fosse la conversazione di economia politica dei nostri commensali. In mezzo a questo trambusto vennero i servi a torre le mense, ricevendo e dando urtoni e gomitate: quindi si pose sul desco molle un gran piatto piramidale di marroni arrostiti, e si portarono fiaschi di vino più prelibato di quello che in Lombardia si chiama vino della chiavetta, e del quale, per un privilegio singolare, ogni proprietario ha sempre il migliore del contorno. Gli elogj del vino, com'era giusto, ebbero una parte della conversazione, senza però cangiarla del tutto: il gridio continuò per una buona mezz'ora: le parole che si sentivano più spesso erano ambrosia e impiccarli. Finalmente Don Rodrigo si alzò e con esso tutta la rubiconda brigata: e Don Rodrigo, fatte le sue scuse agli ospiti, si avvicinò al padre Cristoforo, e lo condusse seco in una stanza vicina.
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Lombardia Don Rodrigo Don Rodrigo Cristoforo
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