Onde, ritirata placidamente la mano dagli artigli del gentiluomo, abbassò il capo e rimase immobile, come quando nel forte della burrasca il vento cade, un'antica pianta ricompone naturalmente i suoi rami e riceve la gragnuola come la manda il cielo.
«Villan rifatto!» proseguì Don Rodrigo: «così rimeriti accoglienze alle quali non sei avvezzo, e che non son fatte per te: ma tu adoperi da par tuo. Ringrazia quel sajo che ti copre quelle spalle di paltoniere, e ti salva dalle carezze che si fanno ai pari tuoi per insegnar loro a parlare. Esci colle tue gambe per questa volta; e la vedremo».
Così dicendo, accennò una porta opposta a quella per cui erano entrati: il padre Cristoforo chinò il capo, come salutando, e se ne uscì per quella, tranquillamente, lasciando don Rodrigo a misurare a passi concitati il campo di battaglia.
Non è da credere che l'animo del buon frate fosse pacato come il suo aspetto; ma in mezzo al turbamento naturale nelle sue circostanze, egli sentiva più di fiducia che non ne avesse prima di quell'infelice colloquio. Le parole di sicurezza ch'egli aveva dette a Don Rodrigo, non erano state un'arte per atterrir l'avversario: esprimevano un sentimento sincero e distinto. Gli pareva che la superbia e l'iniquità di Don Rodrigo fossero salite a quell'altezza, dove la provvidenza le arresta, e le rovina. Questi calcoli riescono spesse volte fallaci, e l'ingiustizia a questo mondo talvolta sale, sale, sale, quando si crede che giunta al colmo, non possa che precipitare: ma Fra Cristoforo la pensava così come abbiam detto; e sperava più che mai che la cosa si terminerebbe con una uscita inaspettata e favorevole all'innocenza.
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