Se aveste coraggio e destrezza quanto è di mestieri, se vi fidate di vostra madre (quel vostra fece trasalire Lucia) io m'impegnerei a cavarvi di questo impiccio, meglio forse e più presto del padre Cristoforo, con rispetto del suo studio».
Lucia si fermò sui due piedi con più ansia che speranza in una promessa tanto magnifica; e Fermo: «Coraggio!» disse: «destrezza! dite, dite quel che si può fare».
«Non è vero», proseguì Agnese, «che se voi foste maritati, il punto principale sarebbe vinto, che a tutto il rimanente vi sarebbe rimedio?» «Oh maritati» rispose Fermo: «e poi quel che Dio vuole». Lucia non aperse bocca; ma un rossore che le velò tutta la faccia parve ripetere parola per parola ciò che Fermo aveva detto.
«Maritati che foste», continuò Agnese, «coi pochi risparmi di Fermo, e coi nostri, colla nostra poca abilità, possiamo vivere anche via di qui: per me non ho che questa poveretta al mondo, e grazie al cielo non vi sarei di peso, giacché il pane me lo guadagno. Lontani dalla persecuzione di questo tiranno senza timor di Dio, noi potremmo far casa, e vivere in santa pace, non è vero, figliuoli?»
«Sicuro», rispose Fermo, «ma tutto sta nell'essere maritati».
«Ebbene, come vi ho detto, coraggio e destrezza; fare quello che vi dirò io, e la cosa è facile».
«Facile!» dissero ad una voce quelli per cui la cosa era divenuta tanto stranamente, e dolorosamente difficile.
«Facile, a saperla fare»; replicò Agnese. «Bisogna fare un matrimonio gran destino». - La buona donna voleva dire clandestino.
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