Ma oltre la sventura che teneva sotto di sè i nostri viaggiatori, la dura condizione dei tempi avrebbe impedita ogni gioja in qualunque viaggiatore: giacché sur una terra ridente non s'incontrava che l'uomo tristo e squallido dalla fame, che usciva per domandare soccorso non dovendo trovare quasi che il suo simile bisognoso di soccorso.
A giorno fatto giunsero al luogo della fermata; e discesero ad una osteria dove li condusse la loro guida, la quale pose a riposare il suo cavallo, per ritornarsene, e ricusò pure ogni pagamento. Qui Fermo avrebbe voluto sostare almeno tutta la giornata, ma Agnese e Lucia lo persuasero a partire, ed egli partì, tutto incerto dell'avvenire, ma certo almeno che un cuore rispondeva al suo, e viveva delle sue stesse speranze.
TOMO SECONDO
CAPITOLO I
DIGRESSIONE.
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LA SIGNORA
Avendo posto in fronte a questo scritto il titolo di storia, e fatto creder così al lettore ch'egli troverebbe una serie continua di fatti, mi trovo in obbligo di avvertirlo qui, che la narrazione sarà sospesa alquanto da una discussione sopra principj; discussione la quale occuperà probabilmente un buon terzo di questo capitolo. Il lettore che lo sa potrà saltare alcune pagine per riprendere il filo della storia: e per me lo consiglio di far così: giacché le parole che mi sento sulla punta della penna sono tali da annojarlo, o anche da fargli venir la muffa al naso.
La discussione viene all'occasione della osservazione seguente che mi fa un personaggio ideale.
- I protagonisti di questa storia, - dic'egli, - sono due innamorati; promessi al punto di sposarsi, e quindi separati violentemente dalle circostanze condotte da una volontà perversa.
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Fermo Agnese Lucia
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