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      Oh ditemi di grazia come mai io posso persuadermi che tutti questi non han saputo conoscere quel che si voglia la vera religione, e che voi avete trovata senza fatica la verità, dov'essi con uno studio di tutta la vita non hanno saputo pescare che un errore grossolano?
      - Così voi condannate tutti gli scritti...?
      - Sono i giudici che condannano: per me vi dico solo il perché io abbia esclusi tutti quei bei passi da questa storia. Ma se volete dei giudizj, e delle condanne, voi ne troverete nei casi in cui è lecito anzi bello il condannare, cioè quando uno giudica se stesso. Vedete quello che hanno pensato dei loro scritti amorosi quegli scrittori (del cristianesimo intendo) i quali si sono acquistata fama di grandi, e nello stesso tempo di più castigati.
      Vedete per esempio, il Petrarca e Racine.
      - Il Petrarca viveva in tempi...
      - Non parliamo del Petrarca, perché io spero che leggeremo presto intorno a lui il giudizio d'un uomo il quale ne dirà, quello che né voi né io non giungeremmo a trovare. Vi tratto, come vedete, senza cerimonie, perché siete un personaggio ideale.
      - Ebbene, Racine. Non è ella cosa convenuta fra tutti gli uomini che hanno due dita di cervello, e che non sono un secolo indietro dagli altri, che il pentimento che Racine provò per le sue tragedie è una debolezza degli ultimi suoi anni, debolezza indegna di quel grande intelletto, debolezza che fa compassione?
      - Vi sono stati due Giovanni Racine. Uno per aver la grazia dei potenti, adulò in essi apertamente il vizio, ch'egli conosceva per tale, e per giustificare appunto le sue tragedie, beffò degli uomini pei quali aveva in cuor suo un rispetto sentito, e sostituì gli scherni personali ai ragionamenti per evitare la quistione: punse acerbamente quanto potè ed umiliò con epigrammi stizzosi certi tali, che non la natura certo, ma il giudizio di una gran parte del pubblico aveva fatti suoi emoli; e nello stesso tempo si rose internamente, si accorò, perdette la sua pace ad ogni critica che sentiva fare delle sue opere: tormentato e tormentatore pei meschini interessi della letteratura, e della sua letteratura.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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