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      .. insomma di farla rapire. Ma Dio non l'ha lasciata cadere in quei sozzi artigli, e le ha invece preparato un ricovero sotto le ale incontaminate...»
      «Ma voi», disse la Signora rivolta repentinamente a Lucia, «voi che dite di codesto signore? A voi tocca a dirci se egli era un persecutore, e se aveva gli artigli sozzi».
      «Signora, madre, illustrissima», balbettò Lucia che sarebbe stata confusa a dover rispondere su questa materia, quando pure l'inchiesta le fosse venuta da una persona sua pari e conosciuta. Ma Agnese venne in soccorso: «Illustrissima signora», diss'ella, «il suo parlare è troppo alto per questa povera figliuola. Ma io posso far testimonio che la mia Lucia aveva in orrore colui, come il diavolo l'acqua santa; voglio dire, il diavolo era egli; ma ella mi compatirà se parlo male, perché noi siam gente come Dio vuole; del resto, questa povera ragazza aveva un giovane che le parlava, un nostro pari, timorato di Dio, e bene avviato, e se il Signor curato avesse avuto un po' più di giudizio; so che parlo d'un religioso, ma il padre Cristoforo amico intrinseco qui del padre guardiano, è religioso al pari di lui, e davantaggio, e potrà attestare...»
      «Voi siete ben pronta a parlare senz'essere interrogata», disse la Signora, dando sulla voce ad Agnese. «Non so che fare dei parenti che rispondono pei loro figliuoli». Agnese voleva aprir bocca, ma la signora con tuono ancor più brusco riprese: «Zitto, zitto; le vostre parole non servono a nulla». Così dicendo il suo aspetto prendeva sempre più un non so che di sinistro, di feroce che quasi faceva scomparire ogni bellezza, o almeno la alterava di modo che chi avesse osservato quel volto in quel punto ne avrebbe conservata una immagine disgustosa per sempre.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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