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      Menico il quale era pur dolente della fuga delle sue parenti, ma che almeno in questa sventura aveva avuta la felice occasione di far qualche cosa, non ebbe pace finché non confidò quello che aveva fatto a dei ragazzi suoi coetanei, i quali venivano a contargli le congetture che avevano intese, e ai quali egli aveva da raccontare qualche cosa di più fondato. I ragazzi corsero a casa, e si seppe tosto che Lucia, Agnese e Fermo erano andati la notte al convento. Le congetture divennero allora un po' più uniformi e più fondate, giacché tutti avevano qualche sentore della turpe caccia che Don Rodrigo dava a Lucia.
      Gli spioni del Griso riseppero tosto con gli altri queste particolarità; e il Griso gli spedì tosto a Pescarenico per cavare più sicure notizie.
      I barcajuoli avevano detto qualche cosa. Povera gente! avevano cooperato ad un'opera buona, e l'assoluto silenzio era un peso troppo difficile da portarsi. Si riseppe dunque che i fuggitivi avevano attraversato il lago, e che avevano continuato il loro viaggio per terra. Queste cose vennero pure agli orecchi del Griso, il quale potè annunziare a Don Rodrigo che poco mancava a sapere su che albero l'uccello fosse andato a posarsi.
      Don Rodrigo era uscito quella mattina col conte Attilio e col solito seguito di bravi, e s'erano aggirati pei campi e per le ville con l'apparenza d'andare a caccia ma con l'intenzione di scoprire quello che si facesse, e di stornare i sospetti mostrandosi, o almeno di ostentare sicurezza, e d'incutere spavento.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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