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      Tutte queste passioni lo avevano allora spinto ad impedire con minacce il matrimonio di Lucia, senza ch'egli avesse risoluto quel che farebbe da poi, ma per impedirlo a buon conto, perché ella non fosse d'un altro, per guadagnar tempo, per isfogare in qualche modo la rabbia e l'amore, se amore si può dire quel suo. Quindi allorché egli riseppe dalla narrazione del Griso che Lucia e Fermo erano partiti insieme, i dolori della gelosia e della rabbia lo colpirono più acutamente che mai. Egli pensava qual prova Lucia aveva data di amore per Fermo e di orrore per lui, abbandonando così timida, così inesperta la sua casa paterna, i luoghi conosciuti, andando forse alla ventura; pensava che in quel momento essi erano in cerca d'un asilo per essere riuniti tranquillamente, e risolveva di fare, di sagrificare ogni cosa per impedirlo. Dall'altra parte avvezzo bensì a non rifiutarsi mai una soddisfazione quando non gli doveva costare altro che una bricconeria, ma avvezzo a commetterne in un campo ristretto e conosciuto, si atterriva al pensiero di uscirne, di dovere intraprendere una ricerca difficile e pericolosa per porsi poi ad una impresa chi sa quanto vasta, chi sa quanto difficile e pericolosa. Tanta era l'agitazione di Don Rodrigo, ch'egli pensava in quel momento non senza terrore alle Gride contra i Tiranni. (Così chiamavano le Gride coloro che sopraffacevano come che fosse i deboli, quasi con questa espressione querula e paurosa volessero confessare l'impotenza di contenere quelli e di difender questi.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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