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      «Ebbene, non sei tu sotto la mia protezione?»
      «Qui sono sicuro, qui Vossignoria illustrissima è conosciuta, e tutti mi portano rispetto; ma in Monza, s'io fossi riconosciuto... Sa Vostra signoria che, non dico per vantarmi; ma sa che chi mi potesse consegnare alla giustizia, crederebbe di aver fatto un gran colpo?»
      Don Rodrigo stette un momento sopra pensiero. È una certa consolazione per chi considera lo stato insopportabile di angoscia e di terrore in cui a quei tempi gli uomini arditi e perversi tenevano i deboli, il vedere che i perversi pure erano in continua angoscia, e dovevano starsi sempre come si dice con l'olio santo in saccoccia. Ma Don Rodrigo dopo un breve silenzio, fece con buone ragioni vergognar il Griso della sua pusillanimità.
      «Che diavolo!» disse Don Rodrigo, «tu mi riesci ora un can da pagliajo, che non sa che abbajare sulla porta, guardandosi indietro se quei di casa lo spalleggiano, e non ardisce di allontanarsi quattro passi? Ebbene, piglia con te un pajo di compagni... il Pelato, e... il Saltafossi... e va. Io non ho nimicizia con nessuno in Monza: chi dunque ti vorrebbe toccare? La faccia di bravo non ti manca, e cospetto non incontrerai nessuno che non sia contento di lasciarti passare. Quanto alla giustizia, dovresti vergognarti di avervi pensato un momento. Bisognerebbe che i birri di Monza fossero bene stanchi di vivere per azzuffarsi con tre malandrini che vanno tranquillamente pei fatti loro».
      «Sia per non detto, illustrissimo signore: io parto immediatamente».


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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