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      «Bravo: hai amici in Monza
      «Eh Signore io ho amici e nemici per tutto il mondo. Sono stato in prigione con uno che sta per bravo dal Signor Egidio... e abbiamo fatta una amicizia da spartire colle pertiche, conosco...»
      «Bene tu avrai da questi informazioni, e ajuti al caso. Una mano lava l'altra, e le due il viso. Coraggio, e prudenza: comprare e non vendere; andare e tornare».
      «Vado e torno; e se osassi...»
      «Che?»
      «Pregar Vossignoria illustrissima di non dire ad alcuno che il Griso ha dubitato un momento. Vede bene, ognuno nel suo mestiere ha a cuore la sua riputazione».
      «Va, va, balocco che sei: credi tu che io abbia bisogno di essere pregato per tenere in credito la mia gente?»
      Il Griso partì coi due compagni, spiò, e raccolse che Lucia era nel monastero, sotto la protezione della Signora, che però la Signora l'aveva ricevuta per compiacere al padre guardiano, che nessuno pensava che altrimenti ella si sarebbe pigliata a petto questa faccenda giacché Lucia non le apparteneva per nulla, che Lucia abitava nel monastero, ma fuori del chiostro, che si lasciava poco vedere, e sempre di chiaro giorno: che la madre aveva disegnato di tornarsene a casa lasciando Lucia così bene appoggiata. Tutte queste cose riferì il Griso a Don Rodrigo, il quale lodatolo, e ricompensatolo, si pose seriamente a pensare quale risoluzione fosse da prendersi.
      Tentare un ratto a forza aperta, in Monza, su un terreno che egli non conosceva bene, in un monastero, a rischio di tirarsi addosso la signora, e tutto il suo parentado, del quale Don Rodrigo conosceva molto bene la potenza, e la ferocia in sostenere le protezioni una volta abbracciate, era impresa da non porvi nemmeno il pensiero.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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