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      Lucia strillava, i bravi le comandavano di tacere replicando: «non abbiate paura, e già tutto è inutile; son tutti nostri amici». Lucia allora si rannicchiò tutta alla carrozza invocando la Vergine nel cuore, e proponendo di lasciarsi piuttosto uccidere che di uscire volontariamente da quel luogo, il quale per quanto orrendo le fosse le pareva un asilo poiché vi aveva passate due ore, e non sapeva dove, a che sarebbe strascinata quando ne fosse fuori. Mentre si stava così tutta rannicchiata, udì chiamarsi da una voce femminile, aperse gli occhi e vide allo sportello la vecchia rivolta verso di lei. Una donna parve in quel momento a Lucia un angiolo del paradiso: si sollevò, e con volto supplichevole, e con una certa fiducia le disse: «Oh brava donna, che fate voi qui? ajutatemi, se questi sono vostri amici pregateli che mi lascino venire con voi; salvatemi, salvatemi».
      «Scendete e venite con me», rispose la vecchia; indi rivolta ai bravi raggrinzando la fronte e scontorcendo la bocca: «Maladetti», disse, «le avete fatto paura?»
      «Ma la vedete sana e salva...?» rispondeva il capo; quando Lucia, chinandosi e sporgendosi dalla carrozza a prendere con le mani le braccia della vecchia: «non dite niente», interruppe, «quel che è stato è stato, purché mi lascino venire con voi».
      «Scendete, venite», disse la vecchia.
      «Ma con voi sola», rispose Lucia.
      «Andiamo andiamo», disse ancora la vecchia, e presa Lucia la strascinava, mentre i bravi della carrozza l'ajutavano a scendere quasi portandola.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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