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      Guardò intorno, e vide contadini e contadine in abito da festa per tutti i viottoli avviarsi verso la strada che conduceva al Milanese; altri uscire dalle porte, e parlarsi quelli che s'incontravano in aria di premura e di festa. - Che diavolo hanno in corpo costoro? - diss'egli fra sè, e tosto chiamato uno de' suoi fidati, domandò la cagione di quel movimento e di quel concorso; e intese che s'era risaputo la sera antecedente che il Cardinale Federigo Borromeo arcivescovo di Milano era giunto improvvisamente a Lecco per visitare le parrocchie di quei contorni; che quella mattina doveva trovarsi ad una chiesa (che nominò, ed era alla metà della via, distante circa due miglia dal castello) e che tutti accorrevano a vedere quell'uomo il quale dovunque si portasse attraeva sempre folla.
      Il Conte congedò con un cenno del capo il fidato, e rimase ancora un momento alla finestra a guardare, dicendo fra sè: - Come sono contenti costoro! E perché? Perché è arrivato un uomo che si porrà un bell'abito, e darà loro delle parole, e alzerà le mani tagliando l'aria in croce. Oh! come saltano: sembrano cavriuoli: eh! avranno forse..., certo, dormito meglio di me! Tanto contenta questa canaglia... ed io... Voglio andare anch'io; voglio veder quest'uomo, che li fa esser tanto vogliosi, tanto contenti. Andrò, andrò. Voglio parlargli; voglio un po' sentire se ha qualche cosa anche per me! vedere quel volto, sentire queste sue parole che fanno sparire le afflizioni. Voglio vedere se ha ancora quegli occhj che hanno fatto abbassare i miei.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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