Pagina (395/802)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ..?»
      «V'è, Monsignore illustrissimo», rispose il cappellano.
      «Lodato Dio!» disse il Cardinale: «chiamatelo, e con lui il curato di questa chiesa».
      Il cappellano uscì nell'altra stanza, dove i preti congregati aspettavano il suo ritorno con la speranza di saper qualche cosa d'un colloquio che gli teneva tutti sospesi. Tutti gli occhi furono rivolti sopra di lui: egli alzò le mani, e movendole l'una contro l'altra con un gesto come involontario, tutto trafelato come se avesse corso due miglia, disse: «Signori, signori: haec mutatio dexterae Excelsi. Il signor curato della chiesa e il signor curato di... sono chiamati da Monsignore».
      Il curato di Chiuso era un uomo che avrebbe lasciato di sè una memoria illustre, se la virtù sola bastasse a dare la gloria fra gli uomini. Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l'amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale: la sua cura continua di fare il suo dovere, e la sua idea del dovere era: tutto il bene possibile: credeva egli sempre adunque di rimanere indietro, ed era profondamente umile, senza sapere di esserlo; come l'illibatezza, la carità operosa, lo zelo, la sofferenza, erano virtù ch'egli possedeva in un grado raro, ma che egli si studiava sempre di acquistare. Se ogni uomo fosse nella propria condizione quale era egli nella sua, la bellezza del consorzio umano oltrepasserebbe le immaginazioni degli utopisti più confidenti. I suoi parrocchiani, gli abitatori del contorno lo ammiravano, lo celebravano; la sua morte fu per essi un avvenimento solenne e doloroso; essi accorsero intorno al suo cadavere; pareva a quei semplici che il mondo dovess'esser commosso, poiché un gran giusto ne era partito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Monsignore Dio Cardinale Excelsi Monsignore Chiuso Dio