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      Me lo sentiva in cuore che non mi avreste abbandonata!»
      La buona donna aperse un filo della porta tanto da poter far un cenno, che fu tosto veduto dal Conte, il quale comandò ai lettighieri di andare nell'altra stanza. Queglino vi portarono la lettiga, Lucia vi entrò, e la buona donna dopo lei, si tirarono le cortine, i lettighieri uscirono, il curato dietro: nell'altra stanza il Conte si accompagnò con lui, disse alla vecchia: «aspettatemi qui un'ora, e se non torno andate a fare i fatti vostri». Nel cortile, alla porta del castello, il Conte e il curato a cavallo, la lettiga davanti, giù per la discesa, e diritto a Chiuso. A misura che la caravana si avanzava nel suo viaggio, tutti quelli che la componevano, respiravano più liberamente. Appena la buona donna fu nella lettiga, al momento che i portatori la sollevavano per partire, ella raccomandò a Lucia di non parlare finch'ella non gliene desse avviso. Ma poi che dallo scalpito delle mule che seguivano s'accorse che era varcata la soglia, cominciò a guardare un po' fuori delle cortine, e vista la strada libera, ruppe ella stessa il silenzio dicendo a Lucia: «Povera giovane! l'avete passata brutta! Ma Dio ha pensato a voi, e tutto è finito».
      Queste parole diedero campo a Lucia d'interrogare la buona donna; che cercava di soddisfare alle sue domande, dicendo quel poco che sapeva, e come lo sapeva. Lucia a poco a poco vedeva un po' più di lume nelle sue strane e terribili avventure: le risposte della buona donna la rimettevano sulla via, e l'ajutavano a spiegare tanti misteri della sua sventura e della sua inaspettata salute; tanto che in quel viaggio Lucia potè farsi una idea del suo stato, comprendere qualche cosa, ed uscire da quella affannosa confusione d'idee nella quale lo strano, l'insolito, di quello che si vede e si soffre non lascia riposare la mente in alcuna, non lascia altra certezza che quella di esistere, e questa stessa diviene un tormento.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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