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      Certo nella inaspettata salute di quel giorno v'era per Lucia una gioja, e la riconoscenza all'ajuto del cielo che santificava quella gioja, la rendeva ancora più viva: ma era stata una gioja ben turbolenta e confusa nei primi momenti; ed ora col crescere della calma quella gioja era alterata continuamente dalle rimembranze recenti e dai pensieri dell'avvenire. L'animo che è liberato da una grande sventura, è come la terra daddove è sterpato un grand'albero: per qualche tempo ella appare sgombra, e vuota: ma a poco a poco comincia ad esser segnata qua e là di piccioli germogli, quindi a coprirsi di erbacce, e mostra chiaramente che quello che si chiama riposo della terra è una metafora, o un errore. Così i guai che erano stati sepolti e come soffocati nell'animo quando una grande sciagura lo riempiva e per dir così, lo aduggiava, cominciano a spuntare e a ricomparire poco da poi che la sventura è cessata.
      Lucia ripensava con amarezza i mezzi che l'infame Rodrigo aveva saputi mettere in opera a perseguitarla, e si angustiava di quello che avrebbe potuto fare nell'avvenire. Come essere al riparo di un sì scellerato tiranno, vivendo presso a lui? o dove andare? come trovare il sostentamento in quei tempi così scarsi, e quando i risparmj degli anni addietro fossero tutti consumati? Ma l'idea più penosa per Lucia, e quella che rendeva tutte le altre più penose (giacché abbiamo promesso di non tacer nulla al lettore di quello che è venuto a nostra notizia) il pensiero invano respinto, e che si mesceva a tutti gli altri, era quello del voto fatto nella notte antecedente.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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