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      Nel caso presente invece d'una matrona ve n'aveva due, e tutto era più che in regola. Pure secondo il suo costume egli fece tenere spalancata la porta, e si pose in un luogo dove potesse esser veduto da chi era nell'altra stanza, e così accolse le tre donne che erano impacciate almeno al pari di lui, ma per tutt'altri motivi. Il riserbo abituale, e il contegno modesto di Federigo non potè fare che non gli apparisse sul volto un non so che di affetto soave nell'accogliere Lucia e nel farle animo: ringraziò pure cordialmente la buona donna del pio uficio da lei prestato, e chiese chi fosse la terza: quando seppe che era la madre di Lucia, si rallegrò pure con lei, e la salutò cortesemente. Quindi pregate le due ultime di scostarsi alquanto si trattenne con Lucia sulle sue vicende, interrogandola con quella delicatezza che richiedeva il pudore di Lucia e il suo; poiché in quella canizie egli conservava la purità ombrosa di una fanciulla. Ma le inchieste ch'egli faceva a Lucia non erano mosse da una vana curiosità, e ne pure dal solo interessamento per quella infelice innocente: erano venute all'orecchio di Federigo voci sorde, confuse sul conto della Signora, che gli davano da pensare: e in questa occasione egli sospettava con angoscia che la condotta della Signora con Lucia potrebbe rivelare qualche cosa di quella donna che era per lui un tristo mistero. Lucia con tanto più di schiettezza e di libertà, quanto essa non sospettava nemmeno di accusare, credeva anzi di lodare, soddisfece alle domande di Federigo, nel quale il sospetto crebbe.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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