...»
«Penso a toglierlo d'angustia, e di bisogno», rispose in fretta Lucia. «Questo lo possiamo fare, al resto provvederà Iddio».
Agnese era onesta e buona, e per quanto le piacessero quei begli scudi giallognoli, non avrebbe potuto possederli con un contento puro e tranquillo quando le fossero divenuti in mano un testimonio di dura e bassa avarizia. Consentì ella dunque a destinarne la metà a Fermo, e promise a Lucia che avrebbe cercato tosto il mezzo di farglieli tenere sicuramente. Ma Agnese era rimasta colpita di quella nuova rassegnazione di Lucia all'assenza del suo promesso sposo, e non lasciò di tentarla con interrogazioni, dirette, tortuose, calzanti, subdole, per venirne all'acqua chiara. Lucia però seppe per allora e per qualche tempo schermirsi dal soddisfare alla curiosità materna, allegando sempre che era inutile il pensare a cose che le circostanze rendevano impossibili.
Il Cardinale aveva risoluto di partire quella sera di là, per portarsi ad una parrocchia vicina; ma partiva col dispiacere di non avere ancora potuto provvedere Lucia d'un asilo; e quantunque tutto paresse ivi sicuro per essa, pure il cuore del buon vecchio non era abbastanza tranquillo. Per avere la certezza che desiderava, egli non si rivolse a Don Abbondio; perché teneva per fermo (e nessuno dirà ch'egli giudicasse temerariamente) che Don Abbondio per rispondere «Monsignor sì» o «Monsignor no», avrebbe consultato piuttosto l'interesse e la sicurezza sua propria che quella di Lucia.
Commise egli adunque al suo Cappellano crocifero di aggirarsi fra il popolo, e di osservare lo stato delle cose, la disposizione degli animi, di vedere se v'era rimasta in paese gente di mala intenzione, se insomma si poteva partire col cuore quieto, lasciando Lucia nel luogo, dove alcuni giorni prima non era stata sicura.
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