Don Valeriano offerse al Cardinale di prendere Lucia al servizio della casa, o come il Cardinale avrebbe desiderato. Il Cardinale accettò lietamente: fece avvertire Lucia ed Agnese, le quali vennero all'obbedienza: Lucia fu consegnata a Donna Margherita, e posta ai servigj di Ersilia. Don Valeriano fu molto contento d'avere esercitata una protezione, Donna Margherita di avere in casa sua una persona alla quale potè metter nome: quella giovane che mi è stata affidata dal signor Cardinale arcivescovo, Donna Beatrice di vedere in sicuro una innocente, e di poterla soccorrere e consolare, Donna Ersilia, d'avere una donna al suo servizio, con la quale potere parlare senza che le fosse dato sulla voce. Lucia pure fu contenta di avere una destinazione che la toglieva da quel contrasto doloroso tra il voto e il cuore; Agnese di vedere la sua figlia in salvo, e in casa di signori, e finalmente il Cardinale di aver messa quella pecorella al sicuro dalle zanne del lupo.
Noi profittiamo di questa contentezza dei nostri personaggi d'antica e di nuova conoscenza, e prendiamo questo momento, in cui anche la buona ed infelice Lucia trova un po' di riposo in una qualunque conformità tra la sua situazione e lo stato dell'animo suo, per lasciarla con la sua nuova compagnia, e parlare d'altri fatti indispensabili alla integrità della storia. Prima però di staccarci da Federigo, non possiamo a meno di non raccontare un tratto accaduto nella visita da lui fatta in quei contorni; perché questo racconto quale lo troviamo nel nostro manoscritto e altrove, serve assai a dipingere i costumi di quel tempo tanto lontani dai nostri, e osservabilissimi per una certa pienezza d'entusiasmo, per una esplosione di sentimenti, clamorosa, per un impeto veemente, come troppo spesso al male, così pure qualche volta verso ciò che era veramente stimabile.
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