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      Il Cardinale così ristorato pregò i più vicini che finalmente tornassero, e persuadessero gli altri a tornare, e alzata la mano su tutta la turba che egli dominava da quella altura, la benedisse di nuovo, stendendo poi verso di quella affettuosamente ambe le mani in atto di saluto. La turba rispose con nuove acclamazioni, e non osando più resistere al desiderio di quell'uomo, si rivolse, e tornò addietro. Federigo proseguì il suo cammino.
      Venga ora un uomo ben eloquente e si provi a dare uno splendore di gloria a quel pranzo del Cardinale, a renderlo un argomento frequente di ammirazione e di memoria: non gli verrà fatto. È forse da dire che queste virtù di semplicità e di temperanza non danno mai alla fantasia degli uomini di che ammirare? Non già; poiché si parla tuttavia delle magre cene di quel Curio mal pettinato, come lo chiamò Orazio; è viva e comune la memoria del salino di Fabricio, e del suo piattello sostenuto da un picciuoletto di corno. E perché dunque il tozzo di pane di Federigo e il suo bicchier d'acqua non potranno ottenere una simile immortalità di gloria? Se alcuno ha in pronto una cagione ragionevole di questa differenza, la dica; per me non ho potuto trovarne che una, ed è: che il Cardinale Federigo non ha mai ammazzato nessuno. La più parte degli uomini, parlo degli uomini colti, non consente ad ammirare le virtù frugali ed astinenti che in coloro i quali eccitano con virtù feroci un'altra ammirazione di terrore: non considera quelle come virtù che quando sieno unite ad un profondo sentimento d'orgoglio, e di disprezzo per qualche parte del genere umano.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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