Questo mezzo però sarebbe uno scarso rimedio, sarebbe anzi un accrescimento del male, se non fosse accompagnato dalla cura attenta, assidua di somministrare il vitto anche a quei molti che per debolezza, o per infermità non lo possono ottenere col lavoro: si avrebbero allora dei lavoratori ben nutriti, e degli impotenti morti di fame: e la beneficenza sarebbe crudele per molti. A questi ultimi non si può provvedere altrimenti che con l'elemosina tanto sapientemente comandata dalla religione: quella elemosina di cui molti scrittori hanno enumerati, e censurati amaramente gli abusi. Nè a torto; poiché è utile scoprire e censurare gli abusi dovunque s'intrudano: è però cosa trista e dannosa che in un soggetto di tanta importanza non si sieno quasi considerati che gli abusi; e sarebbe da desiderare che alcuno pigliasse la bella e forse nuova impresa di ragionare del buon uso della elemosina, di mostrare com'ella sia uno dei mezzi più potenti, più semplici, e certo più irreprensibili a tutti quei fini che si propone una saggia e ragionata economia pubblica.
Questi che abbiamo accennati sono certamente i principali e più sicuri rimedj alla penuria delle sussistenze; e quando si fossero posti in opera, il meglio da farsi, sarebbe sopportare quella parte inevitabile di patimento con tranquillità, e con rassegnazione, giacché tutte le ire, tutte le declamazioni, tutti i falsi ragionamenti non ponno far nascere una spiga di frumento né accelerare di cinque minuti il nuovo raccolto che deve mettere alla disposizione degli uomini una nuova massa di sussistenze.
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