Fu tosto spiccata una troppa di soldati, che accorse al luogo del tumulto.
Ma giunta che fu, non seppe che farsi. Le parti estreme dell'attruppamento, alle quali sole i soldati potevano accostarsi, erano una ciurma disarmata, e oziosa, mista di uomini di donne e di fanciulli: parevano piuttosto spettatori che altro: all'ordine di dissiparsi non rispondevano che con un cupo e profondo mormorio. Far fuoco sopra quella gente, parve a quelli che comandavano il drappello, che sarebbe stata cosa crudele, e piena di pericolo assai più grave di quello che si voleva far cessare: attraversare la prima calca, e giungere in ordine, e uniti al centro del tumulto, dove la rivolta era operosa; non era cosa possibile, il solo tentare di procedere avrebbe sparpagliati i soldati tra la moltitudine, e postili così separati a discrezione di quella, irritata. I soldati stettero dunque oziosi; quelli che erano più presso gli guardavano senza timore, gli beffavano, le grida continuavano, e gli smuratori proseguivano la loro impresa romorosa, senza darsi pensiero della truppa.
L'impresa sarebbe stata pur troppo condotta al termine, e già lo toccava, se dalla parte opposta non fosse giunto un più efficace soccorso. «Una carrozza! uh! uh! chi è questo tiranno che ardisce venire ad insultare la povera gente? dalli! dalli! sassate, sassate!» «Zitti! zitti! è Ferrer! non vedete la livrea? è un galantuomo! amico della povera gente: eccolo! eccolo! ecco mette la testa allo sportello! è egli. Viva Ferrer! Viva Ferrer!
| |
Ferrer Ferrer Ferrer
|