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      «Per me», diss'egli, «se dovessi comandare io, troverei tosto il mezzo di fare stare gli ammassatori, e i fornaj, e di far trovare pane per tutti. Ecco come vorrei fare. Vorrei che si pensasse alla povera gente che non ha frumento e che deve provvedere pane di giorno in giorno, e che non ne avessero a mancar mai, che ognuno avesse la sua razione fissata. Vi dovrebbero essere dei galantuomini, dei signori, ma buoni, e caritatevoli, che tenessero conto di tutti, e stabilissero ad ognuno la sua porzione secondo il bisogno, e a prezzo fisso. Per esempio io andrei a farmi notare», e così parlando, preso un coltello rivolse la punta verso la tavola e la dimenava, come se scrivesse: «e si dovrebbe scrivere: - Ambrogio Fusotto: - di che professione? - Spadaio. - Maritato? - signor sì: - quanti figli? - quattro. - Tante libbre di pane al giorno, e darmi un buon viglietto, col quale io andrei tutti i giorni a prendere il mio pane da un fornajo, a prezzo fisso. Ma bisognerebbe fare le cose giuste, senza parzialità, e in proporzione della famiglia. A voi per esempio dovrebbero scrivere: tanto pane tutti i giorni per... il vostro nome?»
      «Fermo Spolino».
      «Bravo: la professione?»
      «Lavoratore di seta».
      «Benissimo; ma avete moglie?»
      «Non l'ho», disse Fermo, «ma se Dio vuole...»
      «Dunque», disse lo sconosciuto, «abbiate pazienza; ma voi dovete avere una porzione più picciola».
      «È giusto», rispose Fermo, «ma poi quando io pigliassi moglie, che sarà presto, come spero...»
      «Razione doppia», disse lo sconosciuto.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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