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      «Eh! amico», rispose frettolosamente l'altro: «vi conviene uscire dalla porta orientale...»
      «Bene, e per andare alla porta orientale?»
      «Entrate per questa via a mancina; e sboccherete alla piazza del duomo...»
      «Basta, signore: il resto lo so: Dio gliene rimeriti».
      «Niente, niente», disse il cortese preoccupato, e continuò la sua via.
      Fermo con un passo più sicuro, e più spedito entrò per quella che gli era stata segnata, giunse alla piazza del duomo, l'attraversò, diede passando una occhiata al mucchio di cenere, e di carboni spenti, fredde reliquie della baldoria del giorno antecedente, poscia raffrontando i luoghi con le memorie di jeri, riconobbe la via per la quale era venuto insieme con la folla trionfante, e si pose in quella nell'attitudine d'un generale che ripassa sconfitto e fuggitivo pel campo dove aveva vinto poco innanzi. Rivide il forno delle grucce smantellato, e guardato da soldati, e passò innanzi senza badare ai crocchj che cominciavano di nuovo a formarsi, né alle grida che già si facevano intendere. Via, via; giunse dinanzi al convento dei cappuccini, guardò sospirando la porta della chiesa, e disse fra sè: - quel frate m'aveva però dato un buon parere, senza saperlo, quando mi disse ch'io aspettassi in Chiesa; ma! non ho avuto giudizio -. Quando fu presso alla porta rallentò il passo perché la celerità non lo chiarisse un fuggitivo, e preso il contegno placido d'uomo che vada pei suoi negozj, non senza battito al cuore, passò la porta. Uscito al largo, respirò, ma pure andava guardandosi indietro ad ogni tratto per vedere se non era inseguito: la strada maestra non gli andava a genio: e al primo viottolo che scorse vi s'internò, volendo piuttosto allungare e raddoppiare il cammino che farlo sempre in sospetto.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Dio Chiesa