A quello spettacolo: tutti rimasero in silenzio: v'era bene pochi diavoli in carne, che per fare chiasso e baldoria, avrebbero dato fuoco anche al paradiso; ma quando videro che tutti gli altri non erano ebrei com'essi; dovettero tacere. Intanto venne tutto il capitolo del duomo in processione, a croce alzata, e vestiti pontificalmente, che era un gran bel vedere; e cominciarono a predicare: «figliuoli dabbene, che cosa fate? è una vergogna, dove è il timor di Dio? questo è l'esempio che date ai vostri figliuoli? siamo in Milano, o in terra di Turchi? Via, tornate a casa, da bravi, che quel che è stato è stato. Avrete abbondanza: il pane di otto once ad un soldo: la grida è stampata».
«Era vero poi?» domandò uno degli ascoltanti.
«Vero come il Vangelo. Volete voi che i canonici venissero in paramenti a dir bugie? Allora, la gente cominciò a sfilare, e i soldati, con buona maniera, gli andarono sparpagliando di più e fecero spazzare la piazza del Cordusio. Ebbene... pareva che non fossero contenti: andavano girandolando per le vie, come se aspettassero l'occasione di porsi insieme di nuovo. Ma ecco che venne l'ultima medicina, che fece l'effetto».
«E fu?...»
«E fu, unguento di canape: bastò nominarlo, per far guarire tanti matti. Si fece pubblicare, ed è vera anche questa, che quattro capi erano stati presi jer sera, e saranno impiccati. Ah! ah! vi dico io che ognuno studiava la via più corta per andarsene a casa, per non diventare il numero cinque. Quando io sono uscito da Milano, pareva un monastero».
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