Questa notizia confermò il giudizio di Donna Prassede, e le diede materia per le sue operazioni. Dimmi con chi tratti e ti dirò chi sei, è un proverbio; e come tutti i proverbj, non solo è infallibile, ma ha anche la facoltà di rendere infallibile l'applicazione che ne fa chi lo cita. Lucia aveva dunque infallibilmente, non già tutti i vizj, che sarebbe stato dir troppo, ma una inclinazione ai vizj di Fermo: questo fu il giudizio di Donna Prassede. E il bene da farsi era non solo d'impedire che Lucia ricadesse mai nelle mani di Fermo, ch'ella avesse con lui la menoma corrispondenza; bisognava andare alla radice, al più difficile, guarire Lucia, farle far giudizio, togliere da quel cervellino l'attacco per colui; attacco che a dir vero era il solo vizio essenziale di Lucia. Questa allora sarebbe divenuta al tutto una buona creatura; e chi avrebbe avuto tutto il merito dell'impresa? Donna Prassede.
La prima parte di questo disegno, la parte materiale, la vigilanza esteriore sopra Lucia era particolarmente affidata alle cure di Ghita. Doveva essa tenerle sempre gli occhi addosso, accompagnarla alla Chiesa, spiare s'ella parlava a qualcheduno, se qualcheduno le faceva un cenno, osservare attentamente che qualche messo nascosto non le si accostasse. Compresa e piena dell'uficio che le era imposto, Ghita nella via andava sempre con gli occhi sbarrati, e sospettosi; e siccome il volto di Lucia attraeva spesso e fermava gli sguardi, così la guardiana si trovava spesso nel caso di fare il viso dell'arme ai guardatori, o almeno di far loro intendere ch'ella vegliava, e che la loro mina era sventata: e quando s'avvedeva che la sua aria di sospetto e di minaccia femminile, invece di stornare i tentativi, avrebbe provocata l'insolenza, pericolo comunissimo a quei tempi, allora accelerava il passo, e lo faceva accelerare a Lucia.
| |
Donna Prassede Fermo Donna Prassede Lucia Fermo Lucia Lucia Prassede Lucia Ghita Chiesa Ghita Lucia Lucia
|