La spiegazione di tutto era nel voto fatto da Lucia, e che essa non aveva confidato né meno alla madre. La corrispondenza andava sempre più imbrogliandosi fin che essa fu interrotta dagli avvenimenti che racconteremo nel volume seguente.
TOMO QUARTO
CAPITOLO I
Dalla fine dell'anno 1628 alla quale siamo pervenuti con la narrazione, in sino alla metà del 1630, i nostri personaggi, quale per elezione, e quale per necessità si rimasero a un dipresso nello stato, in cui gli abbiamo lasciati; e la loro vita non offre in questo tempo quasi un avvenimento che ci sembri degno di menzione. Qualche fatto, benché molto grave per taluno dei nostri eroi, non produsse però mutazione nello stato degli altri. Pare quindi che noi dovremmo saltare a piè pari al punto in cui la nostra storia ripiglia un movimento, e un progresso generale.
La storia pubblica però di quell'anno e mezzo è piena di successi; e noi non possiamo dispensarci dal riferirli, da essi e con essi nacquero gli eventi privati che formeranno la materia ulteriore del nostro racconto. Quei successi varii e moltiplici si riducono a tre principali: fame, guerra, e peste: lo dichiariamo sul bel principio, affinché quei lettori che amano cose allegre, possano gettar tosto il libro, e non abbiano poi a lagnarsi di non essere stati avvisati in tempo.
Dopo la bella spedizione del giorno di San Martino, parve per qualche tempo che l'abbondanza invocata da una parte con tanti urli, promessa dall'altra con tanta sicurezza, fosse venuta davvero.
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Lucia San Martino
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