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      Spettacolo che avrebbe rallegrate molte ire, se il sentimento di tutti non fosse stato assorto nella miseria e nel patimento comune.
      Nč questi soli, ma di altra varia origine nuovi mendichi confusi coi mendichi di mestiere si aggiravano, o si strascinavano per la cittą, e nell'abito, e nei modi mostravano indizj dell'antica condizione e della professione che altre volte procuravano loro un vitto certo e a molti agevole. Da per tutto cenci e lezzo; da per tutto un ronzio continuo di voci supplichevoli, come se si fosse camminato in mezzo ad una processione. Qua e lą a canto ai muri, sotto le gronde, mucchj di paglia, e di stoppie peste, trite, fetenti, miste d'immondo ciarpame, che avevano servito nella notte come di canile ai mendichi cacciati dalla fame alla cittą, dove non avevano un asilo da posare il capo. Molti si vedevano rodere con uno sforzo ripugnante erbe, radici, cortecce, che avevano raccolte nei prati, nei boschi, come un viatico fino alla cittą dove speravano di trovar pure un vitto pił umano. Di tratto in tratto alcuno di quegli infelici si vedeva ristare, vacillare, tendere dinanzi a sč le mani aperte come per cercare un appoggio, e cadere; ed erano talora madri coi bamboli in collo. Rari, costernati, in silenzio, raccogliendo gli sguardi a sč, quasi per non vedere, abbassando la fronte come se provassero vergogna di tanta miseria, turandosi le narici giravano fra quella turba coloro che altre volte eran chiamati ricchi, ed ora pure davano invidia perché avevano ancor tanto da preservarsi se non dal disagio, almeno dalla penuria mortale.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802